Tranquillità finanziaria nella terza età: il ruolo dei fondi pensione e gli incentivi fiscali nell’ambito della previdenza sociale

Scoprite il ruolo chiave dei fondi pensione e degli incentivi fiscali previsti in materia di previdenza sociale. Leggete come, investendo per tempo in fondi pensione, non solo si può colmare il gap previdenziale, ma si possono ottenere anche vantaggi fiscali che contribuiscono a guardare al momento del pensionamento con serenità.

 

Il mondo, oggi, si trova a dover affrontare molteplici sfide per quanto riguarda la previdenza. Molti di noi potrebbero non essere del tutto consapevoli delle complesse realtà che si stanno prospettando. È quindi fondamentale comprendere appieno l’importanza di investire tempestivamente in fondi pensione al fine di colmare il gap previdenziale e garantirsi una vecchiaia economicamente sostenibile. Il gap previdenziale altro non è che la differenza tra la rata della pensione e il reddito da lavoro ottenuto al termine della vita lavorativa. Quanto maggiore è il gap previdenziale, tanto peggiore sarà il tenore di vita durante la pensione rispetto alla vita lavorativa.

I sistemi pensionistici pubblici sono cambiati notevolmente nel corso degli anni, per cui il tradizionale assunto che la pensione statale debba coprire l’80% dell’ultimo stipendio ormai non è più valido. In molti Paesi, tra cui anche l’Italia, il sistema contributivo è stato modificato in modo tale da rendere l’effettivo ammontare della pensione fortemente dipendente dalla contribuzione individuale e dalla storia personale di ciascuno di noi. Il sistema contributivo in Italia è stato gradualmente modificato, dapprima con la riforma Dini e poi, radicalmente, con la riforma Fornero. Si stima che il tasso di copertura pensionistica – l’importo della pensione in rapporto all’ultimo stipendio – si collocherà in futuro intorno al 60% rispetto all’80% raggiunto negli anni d’oro del welfare state all’italiana.

È quindi necessario iniziare il prima possibile a valutare come colmare il proprio gap previdenziale, che può essere anche considerevole, andando ad incidere profondamente sul tenore di vita durante la vecchiaia. Una pianificazione previdenziale consapevole è quindi di fondamentale importanza. E proprio qui entrano in gioco i cosiddetti fondi pensione.

I fondi pensione sono uno strumento atto a colmare il gap previdenziale e creare una maggiore sicurezza finanziaria durante la vecchiaia. I fondi pensione si basano sulla capitalizzazione effettiva dei risparmi individuali e consentono agli aderenti di determinare e gestire in autonomia la propria contribuzione.

Il mondo della previdenza pensionistica può anche apparire complesso. Tuttavia la comprensione delle sue basi e la tempestiva adesione a un fondo pensione costituiscono elementi determinanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi finanziari personali. Scegliendo in modo consapevole la previdenza pensionistica e iniziando per tempo a investire in un fondo pensione ci si può spianare la strada verso una vecchiaia economicamente tranquilla.

L’adesione a un fondo pensione consente anche di avvalersi di incentivi fiscali. Ad esempio, tutti i versamenti, fino a un limite massimo annuo di 5.164,57 euro, sono deducibili dal reddito imponibile. In tale tetto massimo rientrano sia i contributi volontari dell’aderente, sia i versamenti effettuati dal datore di lavoro. Non vanno considerate, invece, le quote di trattamento di fine rapporto (TFR) accantonate. Le deducibilità fiscale, in sostanza, riduce l’importo delle imposte che ognuno di noi deve pagare annualmente. Se, ad esempio, si percepisce un reddito annuo di 30.000 euro ma si versano 1.000 euro l’anno in un fondo pensione, il reddito fiscalmente imponibile scende a 29.000 euro.

Un ulteriore vantaggio fiscale riguarda la tassazione dei rendimenti del fondo pensione, a cui si applica un’imposta del 20% rispetto al 26% che grava sui titoli azionari.

Al momento dell’erogazione dell’importo accumulato nel fondo pensione, accanto all’imposta sui rendimenti maturati va corrisposta anche quella applicata alla parte dei versamenti già oggetto di agevolazione nonché all’eventuale indennità di fine rapporto. Le aliquote variano da un massimo del 15% a un minimo del 9% e dipendono dal periodo di permanenza nel fondo: per chi vanta un’anzianità contributiva fino a 15 anni l’aliquota è pari al 15%; dal sedicesimo anno si riduce di 0,30 punti percentuali per ogni anno di partecipazione, fino a scendere al 9%. La tassazione del TFR accantonato in azienda, invece, si basa sull’aliquota IRPEF media degli ultimi 5 anni antecedenti il pensionamento e varia da un minimo del 23% a un massimo del 43%.

Inoltre, tutti gli investimenti soggiacciono a un’imposta di bollo dello 0,2%. I fondi pensione non sono assoggettati a tale prelievo. Si tratta di un risparmio non da poco se si considera che un fondo pensione è un investimento a lungo termine. Ad esempio, mantenendo il fondo pensione per 20 anni, l’imposta di bollo risparmiata è pari al 4%.

L’obiettivo della pianificazione pensionistica non si limita quindi al semplice calcolo del tasso di sostituzione nel sistema pubblico, bensì si estende a un’attenta analisi del gap previdenziale, ossia della parte di fabbisogno pensionistico non coperto dalla pensione pubblica, al fine di trovare una soluzione per colmare tale differenza. Evidente, quindi, che una pianificazione previdenziale adeguata non può prescindere da questo importante elemento strutturale. Oltre alla previdenza complementare, si possono prendere in considerazione anche altri strumenti a carattere previdenziale, come le polizze vita o le tradizionali polizze finanziarie, investimenti a lungo termine, investimenti immobiliari, ecc. In tali casi, la destinazione deve però essere ben chiara per evitare la sensazione di disporre di un surplus di risorse che, al momento dell’effettivo bisogno, magari non c’è più. Sotto questo aspetto, la pensione integrativa è lo strumento più adatto, dato che stabilisce precisi limiti di età per l’ottenimento dei benefici fiscali. Per disporre di una visione globale è importante identificare chiaramente e valutare attentamente le risorse disponibili, ivi comprese quelle derivanti da investimenti in strumenti finanziari e/o immobiliari ovvero in partecipazioni.